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PESCARA, PE - Pescara, Italy


Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.

martedì 28 ottobre 2014

--immersioni: "NELLA NOTTE"



Silenzio.
Suggestioni.
Brividi...
... tanti, infatti al ventesimo "secondo" dell'immersione sentivo fiottare l'acqua ad 8° nel punto di giuntura tra muta stagna e guanto, e dovevano ancora passarne una cinquantina di minuti da trascorrere sott'acqua...

martedì 21 ottobre 2014

^^montagna: "LA CREPA"


La così detta "Crepa" è una struttura a forma di diedro aperto, alto circa 300 metri, che caratterizza la parte centrale dell'articolata parete est del Corno Piccolo al Gran Sasso d'Italia.
L'ascensione si svolge prevalentemente proprio dove s'incontrano le due facce del diedro a formare un camino che, in certi punti, è anche lievemente aggettante. Dove questo però diviene estremamente marcio e friabile bisogna allontanarsene un po' prediligendo, se così si può dire, le altrattanto non proprio compattissime placche sulla sinistra.
A causa quindi del calcare friabile, la salita deve evvenire con estrema delicatezza.
Proprio per questa sua caratteristica, la "via" non è gradita da alcuni scalatori. A noi nel complesso è piaciuta approfittando, tra l'altro, degli ultimi scampoli di caldo di un atipico autunno.

lunedì 13 ottobre 2014

^^montagna: "TRENTANNI"


Il versante est di questo settore del Corno Piccolo favorisce nel corso della giornata una costante esposizione al sole per lunghe ore, che accoppiata alle tiepide temperature di metà ottobre hanno reso ancora più gradevole la scalata e la montagna.
La via "Trentanni" offre maggiori resistenze nella sua sezione medio alta, prima con un delicato passaggio di placca, comunque ben protetto, e poi con una bella e continua fessura. Vista che era davvero vicina, abbiamo scelto poi d'uscire sulla spettacolare spaccatura dell'ultimo tiro della via "Naudanda", per dare così continuità all'ascensione fino alle creste più elevate.

giovedì 9 ottobre 2014

--immersioni: "VALFIORITA"


Il "Valfiorita" è un imponente relitto situato poco a nord dello Stretto di Messina.
Era una nave adibita al trasporto di approvigionamenti, prevalentemente automezzi, per le truppe italiane durante la Seconda Guerra Mondiale.
In navigazione da Messina verso Palermo, l'8 luglio del '43 fu attaccata e silurata dal sommergibile inglese "HMS Ultor".
Il comandante immediatamente cercò di manovrare verso terra per farla incagliare su un basso findale, ma il danno subito era troppo grande e la nave affondò tra i 55 e gli 80 metri circa in perfetto "assetto di navigazione".
Vista la grandezza e le batimetriche di questo relitto, di sicuro non basterebbe un'unica immersione per riuscire a visitarlo interamente.

mercoledì 8 ottobre 2014

^^montagna: "IL PROFUMO DELL'AMICIZIA"


Lungo e panoramicissimo giro ad anello iniziato e finito dai Piani di Pezza.
Per provare a saziare occhi e spiriti, in questo continuo saliscendi siamo passati sul Costone Occidentale, Vena Stellante, Costone Orientale, Colle dell'Orso, Punta Trento, Punta Trieste, Capo di Pezza, Vado di Castellaneta e Costa della Tavola.

martedì 7 ottobre 2014

--immersioni: "IL MURO DI LAZZARO"


Questa è una solitaria struttura rocciosa sommersa caratterizzata da una serie di pareti in sequenza, delle quali se ne conosce la quota meno fonda di circa 25-30 metri, ma non quella finale in basso.
In epoche passate la zona è stata pesantemente sfruttata per il corallo rosso (corallium rubrum), del quale ora ne rimangono piccoli, esili e fragili rametti lunghi pochi centimetri appena.
Sempre suggestivo è per me è il colpo d'obbiettivo della macchina per fotovideoripresa dei sub sospesi nell'acqua che scaricano file di bolle argentate che, a causa dell'ampiezza degli spazi acquei, sembrano minuscole marionette.

sabato 4 ottobre 2014

--immersioni: "L'ANTRO"


Da un pendente e spoglio fondale detritico che monotonamente scende giù ininterrotto, di colpo da una cigliata rocciosa ci si spalancano la spaccatura orizzontale di un antro sommerso. Vi entro.
Guardato da dentro, la sua conformazione disegna un'enorme bocca semi aperta dove i miei due amici si stagliano sospesi a mezz'acqua sulla quinta azzurra del mare di sfondo.
Con i loro illuminatori sciabolano lame di luce che indagano ogni angolo di questo insolito sito.
Usciti, ci dirigiamo ancora verso il basso. L'acqua tersissima e luminosa, nonostante la profondità di 78 metri, rende unica la scena facendoci osservare un vasto panorama fatto di un costone di roccia che non si sa dove vada a perdersi nel blu più sotto.

giovedì 2 ottobre 2014

--immersioni: "MPADDATA"


Al largo del porticciolo di Scilla (RC) si trova la 'Mpaddata, un esteso (più di un miglio nautico) banco sommerso, dai locali sempre conosciuto come meta per le loro battute di pesca. Il nome, infatti, pare derivi da un tipo di rete che in epoca passata veniva usata.
Le sommità più elevate di questa secca giungono a poco più di trenta metri, mentre le propaggini più fonde quasi sfiorano i novanta.
Franco Amedeo ci assiste con il suo gommone che ormeggia con lunga cima su una delle sue elevazioni.
Grazie a questo filo d'Arianna che si perde giù nel mare azzurro ne raggiungiamo la sommità che in dissolvenza un po' alla volta diviene sempre più nitida all'aumentare della distanza dalla superficie. Quando ci atterriamo sopra, letteralmente rimaniamo senza parole perchè fin dove il nostro sguardo può penetrare l'orizzonte subacqueo vediamo un infinito ed ingarbugliato bosco di gorgonie (paramuricea clavata) il cui colore dominante è il giallo,o davvero una meraviglia.
Slitamente quando ci si immerge su di una secca si è vincolati negli spazi che si possono esplorare perchè comunque bisogna ritornare sull'ancora del mezzo nautico con il quale si è giunti, mentre oggi siamo totalmente liberi di girovagare a nostro piacimento dove vogliamo perchè, nel momento in cui decideremo di risalire lanceremo dal fondo una boetta gonfiabile sagolata, che al contempo ci farà da linea per la decompressione e segnalazione di superficie al gommone che al termine ci recupererà, questo è davvero il modo ideale per poter svolgere al meglio un tuffo di questo tipo.
Inoltre, sempre secondo le dritte di Franco, ne approfittiamo del periodo di "stanca" cioè dell'assenza totale di corrente. Questo fattore nella zona dello Stretto di Messina deve essere sempre preso con la massima attenzione e considerazione, pena ritrovorsi totalmente in balia di flussi d'acqua pericolosi.
Arrivando fino ad una profondità massima di 70 metri, vaghiamo senza meta tra scogli, vallette, canali, costoni, pareti, volte che formano archi, tutti ammantati da questa classe di bellissimi antozoi gialli che la fanno decisamente da padrone rispetto alle altre specie viventi.