DIVING & MOUNTAINS
Quando
mia figlia
era piccola,
un giorno
una signora
troppo curiosa
le chiese:
"MA CHE LAVORO FA
IL TUO PAPA' ?"
Lei ci pensò
un po' su.
Poi le rispose:
"LE IMMERSIONI
IN MONTAGNA !"
- Giacinto "zeta zeta" Marchionni
- PESCARA, PE - Pescara, Italy
Da sempre appassionato d'immersioni che ho iniziato in apnea e dal 1981 con autorespiratori ad aria, ossigeno e circuito chiuso. Nel poco tempo rimanente mi arrampico sopra qualche montagna.
Tuffi e scalate li racconto con "filmetti", parole e foto.
03 agosto 2019
^^montagna: "VIA PINELLI-RAMORINO"
Per la seconda volta dopo quattro anni (agosto 2015 su questo sito), ripetiamo la Pinelli-Ramorino, storica via alpinistica che risale il pronunciato pilastro che separa il Canale Sivitilli dal Canalone Haas-Acitelli, sul versante sud della Vetta Orientale del Corno Grande nel Gran Sasso d'Italia.
Questa giornata di montagna va divisa in tre parti.
Avvicinamento, che abbiamo iniziato proprio alle spalle della piccola costruzione in lamiera rossa del bivacco Bafile. Come buongiorno ci ha proposto un tratto lungo un centinaio di metri di sviluppo di alpinismo orizzontale, su una naturale linea della parete che per i piedi forma un'esilissima cengia cosparsa di sfasciumi la quale oltrepassa un paio di canali, che precipitano verso il basso, ed uno spigolo. Superato quindi un caratteristico intaglio, abbiamo attraversato prima per sfasciumi di roccia e poi per ripide erbe il canale Haas-Acitelli. Questo sarà l'unico pezzo dove, sempre però con la massima attenzione, ci si può permettere di camminare con sotto e sopra gli occhi un gran caos di rocce e precipizi, prima di arrivare ad un erboso pulpito dal quale con una breve doppia di una decina di metri che supera un roccione strapiombante, ci siamo calati nel sottostante canale Sivitilli. Risaliti per qualche metro, siamo arrivati all'attacco della Pinelli-Ramorino proprio alla base del pilastro dove abbiamo riposato ed anche bevuto, perchè intanto il sole, che ci ha fatto sentire il suo forte calore per il resto della giornata, s'era alzato.
Scalata del pilastro. Anche in questa nostra seconda ripetizione volutamente ci siamo discostati dalle varie relazioni che descrivono la linea di salita più a destra di quella fatta da noi, che invece si snoda tenendosi costantemente solo a due o al massimo tre metri e non di più poco a destra (nel senso di salita) del filo di cresta del pilastro, in modo da avere quasi sempre a vista il Canalone Haas-Acitelli al suo lato. Così l'arrampicata risulta praticamente verticale con roccia quasi sempre buona, con un secondo bellissimo tiro in camino. Ho anche riconosciuto e superato la zona che mi è rimasta in mente nell'ascensione del 2015, quando una cordata sopra di noi fece cadere un sasso che con forza mi ha colpito sul casco.
Sul pilastro la via sfila 5 tiri di corda; le soste sono da attrezzare, tranne la seconda con tre chiodi e quella d'uscita con fettuccia su blocco. Tranne un chiodo trovato, tutta la via è da proteggere. Abbiamo usato molto i friends.
Parte appoggiata del pilastro. Per giungere al termine di questo c'erano ancora da percorrere un centinaio di metri di sviluppo sui quali al massimo abbiamo superato difficoltà di II° grado, ma su un terreno di rocce instabili e totalmente trite dal ghiaccio invernale. In conserva e sempre con almeno una protezione intermedia tra noi, a corda corta siamo andati.
Prima su sfasciumi ripidi ad uno stretto forcellino visibile dall'ultima sosta.
Poi ad un grande buco nella parete che forma una finestra lasciandocelo a sinistra, seguito da una delicata discesa di qualche metro ed aggirare ancora a mancina il cocuzzolo tondeggiante del pilastro che su una sella poco dopo si spegne sulla cresta principale.
Da quel punto in poi, fuori dalle difficoltà alpinistiche, abbiamo potuto riporre le corde e camminando sempre in esposizione ed appena sul lato sinistro della cresta. Oramai in vista della Vetta Orientale siamo sbucati ad incrociare i bolli del sentiero dove finalmente ci siamo potuti sedere a riposare e stappare la lattina di birra.
Ripartiti, per tracce di sentiero abbiamo perso quota fino al Calderone, purtroppo a secco di neve, con successiva risalita al Passo del Cannone, quindi Sella del Brecciaio, Sella di Monte Aquila, Piazzale dell'Albergo dove smettiamo di camminare. Poi in macchina fino a Castel del Monte con sosta al bar.
For the second time we climb the "Pinelli-Ramorino" mountaineering route (the first in august 2015 on this site), on the pillar between the Sivitilli Gully and Haas-Acitelli Gully, on the south face of the "Vetta Orientale del Corno Grande", a remote area in the Gran Sasso Massif.
This mountain day mast be dived into three parts.
The Approach:
it starts behind the little red Bafile Bivouac, and longly continues in horizontal with ropes pitches, taking care on a very exposed e steep ground, with a rappel down at its end.
Climbing on the pillar:
in a wild mountain enviroment, with five ropes pitches.
Also in this our repetition we climb near the edge of the pillar, that was always at some meters on our left side.
I also see again the point where in the climbing of the 2015, a stone hit me on the elmet.
On this rout we have found only a rock nail. For the rest we have protected us using friends, nuts and little ropes.
The horizontal and hight zone of the pillar:
where with calm we moved us at maximum on II° mountaineering difficulties, but always on a bad quality rocks, up to its end near the "Vetta Orientale" peak, where finally we can sit after several hours of phisical and mental work.
After the not long but deserved rest, we go down for the Calderone Glacier, unfortunately this year without snow, the "Passo del Cannone", the "Sella del Brecciaio", the "Sella di Monte Aquila" and at the "Piazzale di Campo Imperatore", where we end to walk. Then by car we reach a pub in Castel del Monte.
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